È curioso notare come alcune dinamiche – ahimè talvolta anche abbastanza spiacevoli – siano trasversali ad ambiti e settori così lontani e diversi fra loro.
Tempo fa ero a cena fuori e discutevo con alcuni amici ristoratori di una tendenza che mi hanno confermato essere sempre più diffusa, ovvero quella di
clienti che decidono di uscire a cena, chiamano il ristorante e prenotano un tavolo. Poi cambiano idea, restano a casa o vanno altrove, ma non si sognano neanche lontanamente di disdire la prenotazione.
Provare a richiamarli? Spesso è inutile, non rispondono.
Con il risultato che vi è un grande spreco di risorse, tempo e, soprattutto, opportunità.
Da tanti anni – come sapete – sono alla guida di MICROingranaggi e affrontare questo discorso mi ha fatto pensare che, in effetti, il malcostume descritto dagli amici ristoratori è piuttosto frequente anche nella quotidianità operativa della mia azienda. Penso per esempio
ai ritardi nel rispondere alle email, agli impegni presi e non rispettati, o alle scadenze mancate da alcuni fornitori senza alcuna spiegazione.
Tutte pratiche (e molti di voi potranno confermarlo) che non fanno altro che danneggiare sia i rapporti con i clienti sia il clima aziendale, dovendo infatti essere noi a fare da filtro senza, di fatto, essere effettivamente responsabili di certe mancanze.
Esistono modi per contrastare queste tendenze? Immagino di sì. Da diverso tempo a questa parte vedo ristoratori che chiedono la prenotazione con carta di credito a garanzia. E vedo aziende che introducono misure sempre più stringenti, come penali per i ritardi o sistemi di monitoraggio più rigidi.
Tutte pratiche che sicuramente in qualche modo funzionano, ma io – forse perché sono ottimista di natura – non posso fare a meno di domandarmi una cosa:
non dovremmo fare un passo indietro e promuovere una cultura della responsabilità e del rispetto, basata sulla fiducia e sull’impegno reciproco?
Da imprenditore ormai da tutta la vita, non posso fare a meno di preoccuparmi che anche nella mia azienda possano verificarsi episodi simili e fare tutto ciò che è in mio potere per evitare che ciò accada.
La prima soluzione che vedo, pertanto, è proprio quella di
promuovere una cultura interna basata sul rispetto degli impegni, sull’importanza della comunicazione e sul riconoscimento del valore del tempo degli altri.
Io sono convinto che ogni singolo gesto – magari anche piccolo e che ci porta via davvero un tempo irrisorio – abbia un grande peso, un grande valore.
Cambiare idea su come trascorrere una serata, avere un imprevisto, tardare una consegna sono tutte cose che possono succedere a chiunque.
Ma fare lo “sforzo” (se davvero così si può definire) di disdire una prenotazione, rispondere a un’email o aggiornare una scadenza non costa molto, ma fa una grande differenza.
Sono curioso di sapere come colleghi e altri imprenditori affrontano questa sfida. Cosa state facendo per incoraggiare comportamenti responsabili e rispettosi?