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Competenze degli operatori nel controllo qualità: cosa serve per un lavoro preciso e affidabile

Se il controllo qualità è così importante come abbiamo sempre sostenuto, vien da sé che chi se ne occupa deve essere in grado di farlo. Quindi: quali devono essere le competenze degli operatori addetti al controllo qualità? Quale la predisposizione mentale? Quale l’atteggiamento?
Partiamo dalle basi. Un buon operatore addetto del nostro settore al controllo qualità deve avere sicuramente delle nozioni in ambito di meccanica: deve per esempio sapere cosa è possibile fare con le macchine utensili e cosa invece non lo è. Questo perché l’ufficio controllo qualità non è isolato da tutto il resto, ma deve interfacciarsi con gli altri reparti: da un lato con la produzione (e con tutti i suoi macchinari), dall’altro con l’ufficio ricerca e sviluppo, perché nel momento in cui il progettista decide di dare al pezzo una determinata forma, deve anche mettere chi si occupa di controllo qualità nelle condizioni di poterlo misurare e, per farlo, dovrà poter comunicare con esso.

Possiamo dire che, di fatto, il reparto controllo qualità è un po’ il collante tra tutti i dipartimenti di un’azienda.

Poi ci sono gli strumenti. Oggi le macchine di misura sono quasi tutte computerizzate, e quindi dotate di software specifici, con cui gli operatori devono evidentemente avere una certa dimestichezza, derivante da un periodo di formazione sia sulla macchina che sul software.
Su questo punto apro una parentesi. In molte aziende accade che siano gli operatori più esperti a formare i nuovi arrivati, cosa sicuramente molto utile, anche se sono dell’idea che sia sempre meglio che ciascun operatore faccia almeno un corso di formazione presso la casa costruttrice della macchina di misura, in modo che non rischi di ricevere informazioni incomplete o distorte.

Alla base di tutto c’è la cultura della metrologia, che – se di alto livello – permetterà all’operatore addetto al controllo qualità di apprendere qualsiasi nuova nozione.

Si tratta di un campo molto vasto e tutt’altro che semplice: sono migliaia i fattori che influenzano il controllo qualità di un pezzo (dimensioni, sistema di misurazione, temperatura, umidità…) e di conseguenza, come dicevo in un post di qualche tempo fa, deve essere prestata particolare attenzione allo strumento che si sceglie di utilizzare. Per riprendere l’esempio relativo alla misurazione di un foro, scrivevo:
“Quale strumento di misurazione posso utilizzare per la verifica dimensionale di un foro? Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poiché gli apparecchi con questa funzione sono svariati. Mi riferisco al calibro, al micrometro da interni, al tampone P/NP, all’alesametro, a una macchina ottica oppure a una macchina a contatto. Tramite ciascuno di questi strumenti otterrò una lettura della misurazione, cioè un valore assoluto.[…] In linea generale si può rispondere a questo quesito facendo riferimento alle tolleranze geometriche e alla funzionalità, le quali mi devono indicare sia il metodo di realizzazione di un foro, sia lo strumento di misura più idoneo da utilizzare in fase di controllo”.

Ideale sarebbe poi che chi si occupa di metrologia conoscesse anche le applicazioni, un’altra utile fonte di indicazioni per la scelta dello strumento da usare in fase di misurazione.
A questo infine aggiungerei altre caratteristiche innate e, se vogliamo, più banali, ma altrettanto importanti, quali: metodicità, estrema precisione e sguardo critico del proprio lavoro. Doti che non tutti possiedono.

Difficile trovare un addetto al controllo qualità? Dipende. La nostra filosofia è quella della formazione interna di persone giovani, che dopo un breve periodo in azienda dimostrano particolare predisposizione a questo tipo di mansione. Devono ovviamente essere sempre affiancate da tutor esperti, che sono i nostri ‘pilastri’ aziendali.
Non va mai dimenticato, poi, che la formazione di un addetto al controllo qualità non finisce mai.
In una grande sala metrologica si tende a dividere le competenze tra i vari operatori. Il rischio, in un caso come questo, è che un operatore diventi estremamente specializzato, ma monotematico. Secondo me quindi un bravo addetto al controllo qualità deve aver raggiunto una discreta esperienza e autonomia in tutta la sala.

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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