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Un nuovo Responsabile del sistema di gestione per MICROingranaggi

Il suo nome è Giuseppe Friscia e l'obiettivo che si è posto è quello di “rendere quotidiano il concetto della qualità”. Stefano Garavaglia: "La scelta di inserire questa figura chiave nel nostro team risponde alla sfida di elevare il livello organizzativo e qualitativo di una realtà come la nostra. Credo infatti sia proprio questa la strategia essenziale da perseguire per dare futuro e continuità a un'impresa di oggi”.

Giuseppe Friscia ha le idee chiare. Il suo obiettivo è quello di portare una PMI come MICROingranaggi a una gestione tipica di una multinazionale. È quello di affrontare, in altre parole, la sfida di

far transitare un modello organizzativo e gestionale da una realtà di media dimensione verso modelli evoluti tipici delle grandi industrie o delle multinazionali.

Possibile? Sì, se l’azienda in questione è proprio MICROingranaggi. E a confermarlo è lo stesso Friscia, forte della sua esperienza professionale, che include anche il ruolo di coordinatore tecnico nel noto ente di certificazione ICIM SpA.

Il contesto di riferimento, non a caso, è ancora una volta quello della qualità, da sempre denominatore comune di tutte le attività di MICROingranaggi. Una qualità, però, che non deve essere più intesa unicamente a livello di prodotto, ma che ormai non può e non deve più prescindere anche dalla qualità di processo. Ed è proprio in questa direzione che si colloca la scelta strategica di MICROingranaggi di inserire figure di alto livello in ruoli chiave, come conferma anche il recente ingresso in azienda di Giuseppe Friscia, operativo da ottobre con il ruolo di Responsabile del sistema di gestione, a cui è stato affidato il compito di trasferire in azienda le best practice inerenti tutto ciò che riguarda il suo ambito di competenza.

“La sfida che ci siamo posti in MICROingranaggi con l’inserimento di Giuseppe Friscia”, ha sottolineato Stefano Garavaglia, “è finalizzata fondamentalmente allo snellimento e all’implementazione dei processi e dell’architettura dell’attuale sistema di gestione, con particolare attenzione alle inefficienze e possibili aree di miglioramento, nonché all’estensione delle certificazioni più appropriate ai mercati di riferimento”.
Tutti gli altri dettagli ce li ha raccontati Friscia stesso.

Giuseppe, ben arrivato! Come sei approdato in MICROingranaggi?
“Per diversi anni sono stato ispettore presso l’ente di certificazione ICIM SpA, avendo modo di conoscere MICROingranaggi in qualità di addetto ai lavori che veniva – di fatto – a verificare il metodo di lavoro dell’azienda. Quello di cui mi sono reso conto è che la direzione sta, da tempo, mettendo in pratica delle azioni che normalmente una PMI di circa 50 persone non considera. Neppure se particolarmente evoluta.
Prima di conoscere MICROingranaggi, infatti, avevo visto questo modus operandi unicamente in grandi multinazionali che, per la loro natura intrinseca, dovevano necessariamente agire in una maniera più strutturata. Il percorso che ho visto fare da MICROingranaggi è, quindi, proprio tipico di una grande industria di livello evoluto.
Quello che mi ha colpito è stata inoltre l’attenzione della direzione agli stimoli che ho offerto nel momento in cui mi sono trovato a parlare faccia a faccia con Stefano Garavaglia. Stimoli che non provenivano dalla presunzione di sapere o di conoscere, bensì dall’esperienza che mi sono fatto visitando svariate aziende per questioni lavorative”.

Quindi esattamente di cosa ti occuperai in MICROingranaggi?
“Il mio obiettivo è quello di rendere quotidiano il concetto della qualità. Mi spiego meglio.
La UNI EN ISO è un modello operativo, un insieme di procedure, che dalla maggior parte delle persone è percepito come una serie di documenti che raccontano qualcosa, ma non descrivono il loro metodo di lavoro. Il primo passaggio è quindi quello di scardinare la percezione che il sistema di gestione della qualità sia un qualcosa di burocratico fine a se stesso o finalizzato all’organismo di certificazione. Ciò che vogliamo fare è ridurre sempre di più il gap esistente tra la percezione di avere un’azienda certificata e la consapevolezza di fare un lavoro che di per sé rientra nel concetto di qualità.
Nella pratica tutto questo si traduce in una riscrittura dei processi e delle procedure di lavoro in ottica lean, intercettando, gestendo ed eliminando le imperfezioni e le criticità.

E il secondo passaggio invece quale sarà?
“Il secondo passaggio richiede una partecipazione molto più attiva delle persone, che dovranno assumere un ruolo di maggiore responsabilità, diventando a tutti gli effetti una sorta di manager del proprio prodotto. Figure, quindi, in grado di individuare autonomamente un problema, ipotizzare delle soluzioni e poi di condividerle al fine di concretizzarle.
Tutto questo deve passare naturalmente da un metodo misurabile. Dobbiamo fare in modo che la quantità di tempo che investiamo per portare avanti queste attività sia sempre ottimale e ottimizzata, affinché l’azienda possa continuare a crescere e a consolidare i propri risultati”.

di Elisa Maranzana

È giornalista e consulente di comunicazione digitale.
Da oltre quindici anni lavora con alcune delle principali case editrici italiane specializzate in ambito tecnico, scrivendo perlopiù di tecnologia, innovazione e digital transformation.
Collabora con MICROingranaggi e il MICROjournal dal 2014 in qualità di giornalista e supporto editoriale.
Per Elisa nella comunicazione non conta solo quello che diciamo, ma anche e soprattutto ciò che arriva agli altri.

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