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Come si fa a fidarsi di chi disattiva volontariamente i sistemi di sicurezza di una pressa?

Se chi dirige un'azienda arriva a tanto, se utilizza macchinari non a norma o prodotti chimici di dubbia sicurezza, impianti elettrici non controllati e verificati periodicamente, se non si preoccupa che il pavimento non sia cosparso di olio tanto da renderlo una pista di pattinaggio, come pensate possa essere rispettoso verso un dipendente? O verso contratti e forniture? O che sia scrupoloso nella realizzazione di un prodotto?

Provate a fare mente locale sugli stabilimenti produttivi di aziende meccaniche che, per una ragione o per l’altra, avete visitato di recente. Ebbene come li avete trovati? La mia esperienza diretta degli ultimi mesi è stata che – a fronte di un numero, per fortuna, alto di officine tenute molto bene – ne ho trovate, ahimè, tante anche in cattivo stato. Mi riferisco in particolare a realtà che possiedono macchinari che non rispettano le normative di sicurezza, o che non hanno sistemi per il controllo di processo e della qualità. Ma mi riferisco anche ad ambienti sporchi, disordinati e male illuminati.

Ora, chi mi conosce sa bene quanto tenga alla sicurezza, alla pulizia e all’organizzazione di MICROingranaggi. Ma non lo dico per auto celebrazione, non è certo questo il mio scopo.
Vorrei solo attirare l’attenzione di chi lavora in aziende di questo tipo o con aziende di questo tipo. Di chi cioè collabora con loro o acquista da loro.
Ecco, a tutte queste persone domando:

ma come fate a fidarvi di chi disattiva volontariamente i sistemi di sicurezza di una pressa?

Voglio dire che se chi dirige un’azienda arriva a tanto, se utilizza macchinari non a norma o prodotti chimici di dubbia sicurezza, impianti elettrici non controllati e verificati periodicamente, se non si preoccupa che il pavimento non sia cosparso di olio tanto da renderlo una pista di pattinaggio (e mi fermo qui), come pensate possa essere rispettoso verso un dipendente? O verso contratti e forniture? O che sia scrupoloso nella realizzazione di un prodotto?

Le eccezioni ci sono e ci saranno sempre e anche un ambiente lavorativo dove si fa il massimo per la sicurezza può essere male organizzato e male amministrato, questo è indubbio. Ma in linea di massima

macchine fuori norma e impianti improvvisati o vetusti sono ben visibili. Per non parlare della pulizia.

Mi permetto quindi di dare due consigli.
Il primo ai dipendenti di un’azienda di questo genere: guardatevi in giro, perché è vero che il vostro titolare può rischiare di ricevere denunce penali se non rispetta tutte le normative in vigore in tema di sicurezza, ma voi rischiate la vita!

E il secondo a chi invece è cliente di queste realtà. Organizzate visite periodiche dai vostri fornitori e tenete d’occhio anche questi aspetti.
Faticoso? Sì, immagino; soprattutto se i vostri fornitori sono fisicamente sono lontani.
Una perdita di tempo? Assolutamente no. Perché, a mio parere, sono aspetti importantissimi da valutare prima di decidersi di mettersi nelle mani di un fornitore.

I prezzi bassi che generalmente si ottengono da queste aziende possono fare gola, ma andreste mai a cena in un ristorante sporco e male organizzato soltanto perché costa poco?

Non dimentichiamo infatti che produttori e rivenditori hanno responsabilità spesso sottovalutate se immettono sul mercato un prodotto non conforme.

fonte immagine: MICROingranaggi

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Una risposta su “Come si fa a fidarsi di chi disattiva volontariamente i sistemi di sicurezza di una pressa?”

In una società che ignora chi resta indietro basta poco per sentirsi “spinti” a prendere scorciatoie, credendo sia conveniente spostare i problemi sulle spalle degli “altri”. Bypassare fermi e blocchi dei macchinari viene vista come una piccola deroga per sollevarsi dalla “pressione” di un costo in più o di una tempistica leggermente meno profittevole, a scapito di chi dovremmo tenere in sicurezza. Concordo in pieno quindi: come si fa a fidarsi di un imprenditore che nasconde parte dei propri costi, caricandoli sulle spalle di chi non può difendersi? Come sarebbero veramente i suoi preventivi, se fossero composti senza scorciatoie?

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